Sommergibili classe 600 serie "Adua"
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Sezione interattiva sommergibile
Ascensore Gerolami Arata

 

La Regia Marina incaricò il Generale del Genio Navale Bernardis di progettare un sommergibile avente un dislocamento in superficie di circa 600 tonnellate. Nacque così la prima serie della classe "600" che prese nome di "Argonauta" dal nome assegnato alla prima unità, costruita a Monfalcone. Tale serie era composta da sette battelli. Le prove di collaudo misero in evidenza caratteristiche nautiche e di struttura ottime per cui la Regia Marina affinò il progetto ed ordinò una nuova serie di 12 sommergibili, serie che, dal nome della prima unità, il "Sirena", prese nome. Nel 1935 venne impostata nei cantieri una nuova serie di sommergibili classe "600" denominata "Perla"; si componeva di 10 battelli. Mentre i "Perla" erano ancora in fase di costruzione, vennero impostati i primi battelli della serie "Adua", chiamata comunemente "serie Africana". Si trattò della serie più numerosa di sommergibili della Regia Marina Italiana ed era composta da 17 unità più 3 unità ordinate dalla Marina Brasiliana.

 

NOMI DELLE UNITÀ E TEMPI DI REALIZZAZIONE

 

Cantiere: Monfalcone

Nome  Impostazione Varo Consegna
Adua 01.02.1936 13.09.1936 14.11.1936
Axum 08.02.1936 27.09.1936 02.12.1936
Aradam .02.1936 18.10.1936 16.01.1937
Alagi .04.1936 15.11.1936 06.03.1937

 

Cantiere: Muggiano

Nome  Impostazione Varo Consegna
Macallè 01.03.1936 29.10.1936 01.03.1937
Gondar 15.01.1937 03.10.1937 28.02.1938
Neghelli 25.02.1937 07.11.1937 28.02.1938
Ascianghi 20.01.1937 05.12.1937 25.03.1938
Scirè 30.01.1937 06.01.1938 25.04.1938
Durbo 08.03.1937 06.03.1938 01.07.1938
Tembien 06.02.1937 06.02.1938 01.07.1938
Lafolè 30.06.1937 10.04.1938 13.08.1938
Beilul 02.07.1937 22.05.1938 14.09.1938

 

Cantiere: Taranto

Nome  Impostazione Varo Consegna
Dagabur 16.04.1936 22.11.1936 09.04.1937
Dessiè 20.04.1936 22.11.1936 14.04.1937
Uarsciek 02.12.1936 19.09.1937 04.12.1937
Uebi Scebeli 12.01.1937 03.10.1937 21.12.1937

 

SCHEDA TECNICA DELLA SERIE

Lunghezza massima fuori tutto: 60,18 m.

Larghezza massima fuori ossatura: 6,45 m.

Diametro massimo dello scafo resistente: 5,29 m.

Immersione media dal sottochiglia: 4,71 m.

Dislocamento in superficie (dosato): 698,32 tonn.

Dislocamento in immersione: 857,47 tonn.

Riserva di spinta riferita al dislocamento in superficie: 23,4%

Riserva di spinta in sovraccarico di nafta riferito al dislocamento in superficie: 19%

Profondità di collaudo: 80 m.

Coefficiente di sicurezza relativo alla sollecitazione massima alla profondità di collaudo riferito al limite di elasticità del materiale: 3

Velocità massima in superficie: 14 nodi

Autonomia corrispondente: 2.200 miglia

Velocità di crociera (in superficie): 10,5 nodi

Autonomia corrispondente: 3.100 miglia

Velocità massima in immersione (sostenibile per un'ora): 7,5 nodi

Autonomia in immersione a 4 nodi: 74 miglia

Equipaggio: 4 Ufficiali e 40 Sottufficiali e comuni C.R.E.M.

 

ESPONENTI DI CARICO

Scafo e strutture: 258,35 tonn.

Accessori di scafo: 34,84 tonn.

Meccanismi ausiliari e arredamento: 72,39 tonn.

Eliche e linee d'assi: 10,65 tonn.

Apparato motore di superficie: 40,45 tonn.

Apparato motore subacqueo: 104,65 tonn.

Artiglierie: 4,70 tonn.

Armi subacquee: 22,50 tonn.

Armamento marinaresco: 10,68 tonn.

Servizio combustibili e lubrificanti: 3,60 tonn.

Zavorra fissa: 36,34 tonn.

Pesi mobili: 81,00 tonn.

Dislocamento in superficie: 680,15 tonn.

Acqua di dosaggio: 18,17 tonn.

Dislocamento in superficie (dosato): 698,32 tonn.

Acqua di zavorra: 159,15 tonn.

Dislocamento in immersione: 857,47 tonn.

 

 

CARATTERISTICHE DELLO SCAFO

Questi battelli erano a semplice scafo con due controcarene esterne a struttura leggera estese per circa un terzo dello scafo. Lo scafo resistente era a sezioni circolari ed era chiuso alle estremità da due calotte sferiche. Il fasciame era costituito da corsi di lamiere longitudinali unite con doppio coprigiunto a doppia chiodatura; gli spessori variavano, a seconda del diametro dello scafo, da un minimo di 12 mm ad un massimo di 15 mm. Come irrobustimento, all'interno dello scafo a pressione erano applicate, sempre tramite chiodatura, delle ossature costituite da angolari a bulbo con un intervallo di 520 mm. Nella parte centrale dello scafo resistente, in corrispondenza della Camera di Manovra, erano ricavati i doppi fondi centrali resistenti a 80 m di colonna d'acqua, la cassa di emersione e la cassa di rapida immersione. Lo scafo resistente terminava a prora e a poppa con le casse assetto AV e AD. All'esterno dello scafo resistente, all'estrema prora e all'estrema poppa erano sistemate due casse zavorra a struttura leggera e le parti di avviamento dello scafo.

Compartimentazione interna

I battelli erano suddivisi, mediante cinque paratie stagne di cui quattro resistenti alla massima quota operativa ed una era resistente a 15 m, in sei compartimenti.

Da poppa a prora erano: Camera Lancio AD e locale motori elettrici di propulsione; Locale Motori Termici; Locale ausiliari e batteria AD; Camera di Manovra; Alloggi Ufficiali e batteria AV; Camera Lancio AV. Le due paratie che delimitavano le due camere di lancio erano del tipo ondulato con colonna centrale. Le due colonne centrali, oltre che servire come vie di ingresso a bordo, erano attrezzate per servire da garitte di salvataggio in caso di evacuazione d’emergenza del battello. In ciascuna garitta era installato un particolare impianto definito «Ascensore Gerolami Arata» consistente essenzialmente in un cilindro a spinta positiva entro il quale poteva prendere posto un solo membro dell'equipaggio. L'ascensore veniva lasciato salire spontaneamente in superficie e quindi, una volta che l'uomo era uscito, esso doveva essere recuperato per mezzo di un verricello manuale e l'operazione di salvataggio veniva ripetuta per ogni uomo.

Sistemazioni dell’equipaggio

Gli Ufficiali erano alloggiati in un unico locale a proravia della Camera di Manovra. I Sottufficiali erano sistemati in Camera Lancio AV e i sottocapi e comuni in Camera Lancio AD. I battelli erano dotati di due cucine una delle quali elettrica da usarsi in immersione ed una a nafta, sistemata nella falsa torre, da usarsi in superficie. Per la conservazione dei viveri era installata una cella frigorifera con un congelatore per la produzione di ghiaccio in blocchetti.

 

IMPIANTO DI IMMERSIONE ED EMERSIONE

L'acqua di zavorra era contenuta in due casse zavorra, tre doppi fondi e la cassa di emersione. Ciascuna cassa era dotata di valvole di allagamento e di sfogo d'aria. Durante i preparativi per l'immersione venivano aperte le valvole di allagamento e lasciati chiusi gli sfoghi d'aria. All'ordine di eseguire la manovra venivano aperti gli sfoghi d'aria. Una volta allagate le casse, venivano tenuti chiusi gli sfoghi d'aria e aperti gli allagamenti. Tramite l'aria compressa, contenuta in quattro gruppi di bombole caricate a 200 Kg/cmq per una capacità complessiva di 7.200 litri, l'acqua poteva essere esaurita ed il battello si alleggeriva. Esisteva inoltre un sistema di esaurimento a bassa pressione tramite elettrosoffiante.

 

IMPIANTO DI PROPULSIONE

L'impianto di propulsione era il tipico impianto, ampiamente sperimentato e diventato ormai classico per i sommergibili italiani del periodo. Esso consisteva in due linee d'assi su ognuna delle quali erano calettati un motore diesel, un motore elettrico di propulsione e due giunti di accoppiamento. Durante la navigazione in superficie il diesel trascinava l'indotto del motore elettrico e trasmetteva il moto all'elica. Durante la navigazione in immersione, veniva scollegato il diesel ed il motore elettrico, alimentato dalla batteria, azionava l'asse dell'elica. Durante la carica batterie veniva scollegato l'asse dell'elica e il diesel trascinava il motore elettrico che funzionava da dinamo.

Motori termici

I battelli montavano motori diesel da circa 700 HP a 450 giri/min.; quelli costruiti a Monfalcone imbarcarono motori C.R.D.A., i sommergibili costruiti al Muggiano adottarono motori FIAT, mentre i sommergibili realizzati a Taranto impiegarono motori TOSI.

Motori elettrici

I battelli montavano motori a corrente continua, a doppio indotto, in grado di sviluppare una potenza massima di 400 HP a 310 giri/min.; i sommergibili costruiti a Monfalcone adottarono motori costruiti nello stesso cantiere, mentre i battelli costruiti al Muggiano e a Taranto imbarcarono motori Marelli.

Batteria

La batteria di accumulatori era composta da 104 elementi ed era suddivisa in due sottobatterie di 52 accumulatori ciascuna, sistemate in due locali separati. La capacità di ciascun accumulatore era di 4.300 Ampére alla scarica dell'ora, di 7.500 Ampére alla scarica delle 5 ore (1.500 Ampére ogni ora) e di 9.500 Ampére alla scarica delle 20 ore (470 Ampére ogni ora).

 

TIMONERIE

I battelli avevano un unico timone verticale semicompensato. Esso era dotato di due stazioni di manovra elettrica, una in plancia ed una in Camera di Manovra ed altrettante due di manovra a mano, una in camera lancio AD ed una, di emergenza tramite paranchi, pure in camera lancio AD. Per il governo in quota esistevano due coppie di timoni orizzontali, delle quali la coppia prodiera era abbattibile mentre quella poppiera fissa. Entrambe le coppie di timoni erano brandeggiabili con manovra elettrica e, in caso di emergenza, con manovra manuale dalle due camere di lancio.

 

ARMAMENTO

L'armamento era costituito da:

n° 6 tubi lanciasiluri da 533 mm di cui4 prodieri e 2 poppieri (con 6 siluri);

n° 1 cannone da 100/47 a proravia della falsatorre (con 144 proiettili);

n° 2 mitragliere da 13,2 mm posizionate in plancia (con 3.000 proiettili).

 

 

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