Atlantis
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Il leggendario Corsaro della Kriegsmarine

 

 

Goldenfels

Il corsaro tedesco più famoso della Kriegsmarine della seconda guerra mondiale nacque nel 1937 e venne varato con il nome di Goldenfels. Era una delle molte navi da carico della Compagnia Hansa che solcavano le rotte marittime del mondo. Ma già la sua progettazione aveva previsto una possibilità che fosse usata per scopi bellici.

Quando la Kriegsmarine la requisì per farla diventare lo Hilfskreuzer 16 (Schiff 16 — Incrociatore ausiliario 16), i cantieri navali di Brema lo modificarono profondamente.

Fu aumentata la capacità di carburante a 3.000 tonnellate e dei serbatoi d'acqua a 1.200; lo Hilfskreuzer 16 aveva anche bisogno di spazio per contenere zavorra di sabbia, prigionieri, gabbie per animali vivi, frigoriferi, alloggi per l'equipaggio, due piccoli idrovolanti Arado Ar 196 smontati, un efficiente sistema di ventilazione, potenti trasmettitori radio, carte di ogni oceano del mondo, ma soprattutto un potente armamento costituito da sei cannoni da 150 mm, uno da 75 mm a prua, due cannoncini antiaerei binati da 37 mm e due binati da 20 mm, quattro tubi lanciasiluri da 533 mm oltre alla possibilità di stivare 92 mine antinave.

La nave doveva permettersi anche una varietà di dispositivi mimetici; a bordo erano stivati un finto fumaiolo; alberatura e picchi di carico ad altezza variabile; teloni e vernici; bandiere di varie nazioni non belligeranti; costumi per l'equipaggio.

I cannoni, provenienti dalla vecchia corazzata SMS Schlesien, erano nascosti dietro paratie mobili che potevano messi in batteria in pochi secondi: con il semplice tocco di una leva, queste paratie mobili si ribaltavano. Il telemetro era nascosto in un serbatoio d'acqua sopra la timoneria.

Profili dell'Atlantis: sopra con armamento mascherato; sotto con armamento pronto al fuoco

 

Quando il lavori furono finiti rimase della Goldenfels soltanto più il nome.

Il 14 dicembre 1939, il designato Kapitan zur See Bernhard Rogge lo cambiò alla cerimonia della messa in servizio della nave per la Marina Militare, nominando la sua nave Atlantis. Con quel nome, l’Hilfskreuzer 16 sarebbe partito per il più lungo viaggio oceanico della storia e divenne il predone mercantile travestito di maggior successo nella storia della guerra navale.

Rogge aveva bisogno di uomini in grado di resistere a una varietà di climi, a lunghi periodi di noia, a mesi in mare e disposti ad obbedire senza esitazione. Fortunatamente poteva porre il veto sulle scelte che gli avrebbe proposto la Marina. Ma gli uffici del personale gli inviarono uomini capaci.

Kapitanleutnant Erich Kühn, l'ufficiale esecutivo, era un marinaio dal carattere forte e con un suo stile di comando; Rogge conosceva Kühn dal 1936.

Oberleutnant Lorenz Kasch, l'ufficiale di artiglieria, era un altro ufficiale di carriera.

L'ufficiale radiofonico Oberleutnant Adolf Wenzel e l'ufficiale di demolizione Johann-Heinrich Fehler erano meno esperti ma impressionarono Rogge per il loro portamento militare.

Korvettenkapitan Fritz Lorenzen salì a bordo come ufficiale amministrativo; il Dr. Wolfgang Collmann, amico di famiglia di Rogge, come ufficiale meteorologico.

Altri ufficiali furono presi dalla marina mercantile.

L'ufficiale di navigazione Kapitanleutnant Paul Kamenz aveva comandato navi mercantili; i medici Georg Reil e Hans-Bernhard Sprung si dovevano occupare della parte sanitaria.

Rogge volle anche con se il Leutnant Ulrich Mohr, un chimico con il quale aveva viaggiato in America, Cina e Giappone.

Gli ufficiali dell'Atlantis

 

In mare con le prime maschere

A Rogge fu ordinato di prendere il mare venerdì 13 marzo 1940 con l’ordine di attaccare le navi inglesi senza scorta. Per evitare la sfortuna, ottenne il permesso di salpare l'ancora alle 23:55 di giovedì 12 per Süderpiep nel Mare del Nord.

Per mantenere il segreto sulla partenza, un marinaio era adibito a ritirare la posta della nave ogni giorno e conservarla in una stanza.

A Süderpiep, i marinai dell’Atlantis ridipinsero la loro nave ed abbatterono un fumaiolo per farla assomigliare ad un mercantile norvegese, la Knute Nelson. Per allontanare i ficcanaso, sull’Atlantis sventolava una bandiera gialla, simbolo di equipaggio in quarantena, mentre Rogge attendeva il maltempo per coprire la sua fuga.

Il 31 marzo, gli uomini di Rogge trasformarono la Knute Nelson nel Krim incrociatore ausiliario della flotta sovietica. A poppa la scritta “Attenzione alle eliche” campeggiava in cirillico ed in inglese.

L’Atlantis salpò per la guerra nascosta da una pioggerellina e con mare pesante, scortata dalle S-boat Leopard e Wolf e dal sottomarino U-37.

L'U-37, al momento della separazione segnalò "Buona fortuna e un ritorno sicuro" prima di tornare indietro al Reich.

L’Atlantis cambiò di nuovo il travestimento. Mohr conosceva nei dettagli il Lloyd's Register of International Shipping e aveva studiato i profili delle navi. Aveva bisogno di una nave di circa 8.000 tonnellate con una poppa da crociera, costruita dopo il 1927.

Eliminò quelle con linee di galleggiamento bianche - impossibili da dipingere in mare - e quelle che lavoravano regolarmente con la Royal Navy o operavano nell'area nella quale il corsaro era diretto. Ne risultarono 26 candidate. Cinque erano americane e Mohr non conosceva i segnali di chiamata americani. Le navi greche avevano uno schema di verniciatura troppo specifico per replicarsi. Rogge eliminò le navi britanniche, francesi, belghe e olandesi, le cui posizioni erano ben note agli inglesi. Con queste esclusioni rimasero otto navi del registro giapponese.

La scelta cadde sulla Kasii Maru della Kokusai Company, un mercantile di quattro anni da 8.408 tonnellate.

Atlantis con la mimetica del Kasii Maru

 

Il 27 aprile, Kühn mise al lavoro i marinai dell’Atlantis che mutarono il travestimento del corsaro: gli alberi vennero dipinti di giallo, lo scafo grigio e sull’unico fumaiolo fece bella mostra di se una grande K bianca su campo rosso. Per dipingere correttamente la linea di galleggiamento, Rogge fermò la sua nave, pompò carburante da un lato all'altro dello scafo per esporlo da un lato fino alla linea di galleggiamento. I marinai si appesero a corde e ponteggi per ridipingere le superfici esposte.

Il 30 aprile 1940, l’Atlantis entrò nella sua area di caccia attraversata dalla rotta Città del Capo-Freetown. Il 2 maggio, una vedetta individuò il primo contatto. Alcuni marinari indossarono il kimono e si misero a passeggiare, qualche mamma spingeva la carrozzina sul ponte, tutto lasciava insomma intravedere passeggeri giapponesi. All'ultimo minuto la nave individuata si rivelò essere un transatlantico, il City of Exeter, armato e con oltre 200 passeggeri. Rogge decise di non attaccare, incrociando con i saluti di circostanza.

L'equipaggio era deluso, ma le ragioni di Rogge erano semplici: l’Atlantis non avrebbe potuto ospitare 200 donne, bambini e anziani. Gli Inglesi si insospettirono comunque nel vedere una nave giapponese nell'Atlantico meridionale e lo riferirono all’Ammiragliato.

Il giorno successivo alle 1400, a circa 500 miglia al largo dell'Africa occidentale portoghese, l’Atlantis individuò una sottile colonna di fumo all’orizzonte. Rogge mise i motori al massimo e manovrò per tagliare la rotta della nave avvistata. Alle 1455, l’Atlantis smascherò i cannoni, innalzò la bandiera da battaglia della Kriegsmarine e segnalò con le bandiere: "Fermatevi o apriamo il fuoco" e "Non usate la radio". La traduzione richiese due secondi. Gli inglesi continuarono a navigare, così Rogge aprì il fuoco per avvertire la nave. Immediata fu la risposta: "Capisco il tuo segnale". Poi la nave inglese emise vapore come per fermarsi, ma l’arresto era solo simulato perché virò a dritta e mise i motori alla massima potenza.

Rogge aprì il fuoco e le granate distrussero la poppa della nave. Quindi i radiotelegrafisti dell’Atlantis udirono la trasmissione del "QQQ", il segnale che lanciava una nave che veniva aggredita da un corsaro. L’Atlantis iniziò a trasmettere in modo incomprensibile sulla stessa frequenza per disturbare la comunicazione. Rogge ordinò a Kasch di riprendere il fuoco. Alla fine, la nave britannica si fermò.

Alle 1526, Mohr, Fehler e 10 uomini in divisa della Kriegsmarine andarono su due barche a catturare il mercantile Scientist da 6.199 tonnellate, al comando del Capitano Windsor, uno dei tre uomini rimasti a bordo mentre i restanti avevano abbandonato la nave.

Fehler posizionò delle cariche di demolizione lungo lo scafo, ma le esplosioni non affondarono la nave. Rogge provò inutilmente con i cannoni da 150 mm ma, alla fine , dovette utilizzare un prezioso siluro.

 

Prime vittime

Dopo l’affondamento della prima preda, l’Atlantis fece rotta per doppiare il Capo di Buona Speranza. Il 10 maggio 1940, alle 2030, l’Atlantis iniziò a posare le sue mine a 30 miglia da Capo Agulhas. Le vedette potevano distinguere i fari delle auto che percorrevano una strada costiera. Su un mare eccezionalmente calmo e piatto, Fehler posò in file ordinate 92 mine di tipo EMC. Finito di stendere il campo minato, l’Atlantis si diresse verso l'Oceano Indiano per evitare i pattugliatori britannici.

Purtroppo, qualche giorno, una mina esplose accidentalmente consentendo agli inglesi di dragare il campo minato senza che lo stesso provocasse perdite.

Rogge ordinò di elaborare un nuovo travestimento e venne scelto l’olandese Abbekerk, da 7.906 tonnellate.

Il 21 maggio, l’equipaggio dell’Atlantis si mise la lavoro: le impalcature vennero montate, i colori giapponesi lasciarono il posto al marrone e al verde oliva dell'Abbekerk .

Il 10 giugno, le vedette individuarono le cime degli alberi di una nave a tribordo. Rogge aumentò la velocità a 17,5 nodi e diresse la nave per una rotta convergente, con gli uomini ai cannoni. Alle 1135, la distanza era scesa sotto i 5.000 metri e Rogge ordinò lo smascheramento dei cannoni. I segnalatori issarono la bandiera di combattimento tedesca e segnalarono l'ordine "Fermatevi".

Due cannoni dell'Atlantis in posizione di fuoco

 

Il bersaglio ignorò il comando, così Rogge ordinò a Kasch di aprire il fuoco. L'obiettivo continuava a navigare a tutta forza. L'inseguimento finì dopo tre ore di intenso cannoneggiamento con la resa della motonave norvegese Tirranna, con l'equipaggio intrappolato sulla sua nave in quanto le scialuppe di salvataggio erano rimaste colpite durante il cannoneggiamento.

Il gruppo di cattura trovò i ponti distrutti coperti di sangue, cinque morti e molti feriti. La nave mercantile veloce Tirranna stava navigando da Melbourne verso Mombasa sotto gli ordini del Capitano Gundersen per l'Ammiragliato britannico. Rogge decise di mantenere il Tirranna come preda e mise a bordo il tenente Waldmann con 12 marinai tedeschi come equipaggio per la preda. Dovevano dirigersi verso un punto d'incontro e attendere Atlantis fino al 31 agosto.

Se l’Atlantis non si fosse presentato allora, avrebbero dovuto navigare verso il porto più vicino, amico della Germania.

Le due navi si misero in movimento, Tirranna a sud, Atlantis a nord, zigzagando. Rogge fece riverniciare la sua nave come se stesse navigando sotto gli ordini britannici, secondo i documenti trovati sulla Tirranna. L’Atlantis ora era la motonave norvegese da 7.229 tonnellate Tarifa.

Rogge incrociava sulla rotta Stretto della Sonda - Mauritius, navigando avanti e indietro senza fortuna fino alle 0643 dell'11 luglio 1940, quando le vedette segnalarono fumo davanti. A 6.800 metri, la nave era in rotta di collisione con l’Atlantis. Aveva uno scafo scuro, un ponte marrone sporco, nessuna bandiera e una piattaforma di cannone a poppa. Era inglese. Ma Mund, il vecchio primo ufficiale del Goldenfels , disse che la nave sembrava un'ex nave della linea Hansa. Mohr salì a bordo della City of Baghdad da 7.506 tonnellate, un transatlantico dell’armatore Ellerman, in precedenza il transatlantico della Compagnia Hansa Geierfels, dato ai britannici in qualità di riparazione dei danni della prima guerra mondiale. Il capitano Armstrong White non aveva avuto il tempo di distruggere i suoi documenti segreti.

Il 13 luglio, alle 0943 del mattino, fu avvistato altro fumo: una nave a poppa. L’Atlantis virò di 20 gradi a dritta, rallentò a sette nodi e costrinse l'altra nave a passarle a poppa. Quando la portata scese a 5.000 metri, Rogge aprì il fuoco con i suoi cannoni da 150 mm.

Le prime salve colpirono il bersaglio appena sotto il ponte e appena sopra la linea di galleggiamento. Il nemico trasmise: "Mi sto fermando".

Era il britannico 7.769 tonnellate Kemmendine in servizio di linea da Città del Capo a Rangoon. Quando le due navi si fermarono, Rogge vide donne e bambini e si sentì sollevato dal fatto che gli spari fossero finiti, sperando che potesse prendere la preda. All'improvviso una vedetta gridò: "Ha aperto il fuoco!" e una granata da 75 mm partì dal Kemmendine verso l’Atlantis.

Infuriato per questa scorrettezza, Rogge ordinò di aprire il fuoco, incendiando il Kemmendine. Kamenz urlò: “C'è solo un uomo al cannone. Un maledetto pazzo che non sa cosa sta combinando!"

Per completare il fallimento, il Kemmendine emise enormi colonne di fumo, rifiutandosi di affondare. Kasch lanciò due siluri e alla fine la nave si spezzò a metà. Fortunatamente, nessuno rimase ferito, ma a bordo c'erano 147 prigionieri di cui bisognava ora prendersi cura: 26 ufficiali, 86 ragazzi e 35 passeggeri, tra cui cinque donne e due bambini, tutte famiglie di militari britannici e mercanti indiani.

Dopo che i prigionieri di guerra furono sistemati, venne nominata una commissione d'inchiesta sul motivo per il quale il Kemmendine aveva sparato sull’Atlantis nove minuti dopo essersi arreso. Ne facevano parte il comandante del Kemmendine, il Capitano Reid e il capitano del City of Baghdad.

Il tribunale stabilì che quando il Kemmendine fu colpito, si ruppe un tubo del vapore, che interruppe tutte le comunicazioni con la piazzola del cannone di poppa. Il cannoniere, un lavavetri di Londra in tempo di pace, corse verso il cannone e sparò di sua iniziativa.

"Cosa puoi aspettarti da un lavavetri", disse Rogge, scrollando le spalle, mentre approvava e registrava il rapporto, ponendo fine alla questione.

Bella foto dell'Atlantis nell'Oceano Indiano

 

Il giorno seguente, Berlino ordinò a Rogge di rompere il silenzio radio e riferire sulle sue attività. Rogge lo fece il 15 luglio 1940, affermando affondamenti di navi nemiche per 30.000 tonnellate e dichiarando provviste per altri 85 giorni. Gli inglesi intercettarono il messaggio ma non ottennero informazioni circa la posizione della nave corsara.

Il 29 luglio, l’Atlantis si riunì al Tirranna e Rogge trasferì i suoi prigionieri di guerra e 420 tonnellate di carburante alla nave norvegese catturata.

Il 2 agosto, mentre tutto era tranquillo ed erano in corso lavori di manutenzione, le vedette del Tirranna fecero suonare la sirena di allarme: una nave era sbucata da un piovasco e si stava avvicinando a circa 400 metri alle due navi tedesche!

I marinai dell'Atlantis lasciarono cadere attrezzi, spazzole e secchi e corsero ai posti di combattimento.

Sul ponte, Rogge ordinò di aprire il fuoco che fu diretto da un sottufficiale in quanto Kasch era sul Tirranna. Il primo e il secondo colpi mancarono il bersaglio ma il terzo e il quarto no, fermandolo.

Il visitatore si rivelò essere il mercantile norvegese Talleyrand di 6.732 tonnellate. Il capitano Mathias Foyn disse di aver visto la sagoma del Tirranna vicino a un'altra nave e di pensare che la sua identica sorella norvegese si fosse fermata per aiutare un'altra nave con problemi al motore. Il Talleyrand fu affondato con cariche di demolizione.

Rogge terminata la sosta, ordinò al Tirranna di fare rotta su St. Nazaire in Francia.

 

Stagione di caccia

L'11 agosto, l’Atlantis navigava in direzione est verso Colombo, Singapore e lo Stretto della Sonda. Per due settimane non vi furono incontri. Alle 0245 del 24 agosto, a 200 miglia a nord dell'isola di Rodriguez fu avvistato fumo all’orizzonte. Rogge si diresse a 14 nodi su una rotta per giungere a poppa della nave nemica.

Alle 0530, il nemico era chiaramente in vista e Rogge, pensando di avere di fronte un mercantile armato, ordinò a Kasch di lanciare un siluro. Dopo l’impatto l’Atlantis aprì il fuoco con il cannone mentre la preda, il mercantile, la King City di 4.744 tonnellate, veniva abbandonata dall’equipaggio.

Rogge continuò incrociare nell'Oceano Indiano e il 9 settembre alle 0930 ebbe un altro avvistamento: una nave cisterna britannica alla quale l’Atlantis, coprendosi dentro un banco di pioggia, si avvicinò serrando la distanza.

Quando la pioggia finì mezz'ora dopo, Rogge era a 8.500 metri di distanza e il cannone della nave cisterna fu chiaramente visibile.

Alle 0801, il britannico alzò la sua bandiera rossa chiedendo all’Atlantis di identificarsi. L’Atlantis issò la sua bandiera di guerra e smascherò le artiglierie che aprirono il fuoco, mancando con i primi colpi il bersaglio. Gli inglesi lanciarono il messaggio “QQQ”. Due minuti dopo, sull’Atlantis si ruppe il timone elettrico e la nave si bloccò in una virata a dritta. Il britannico cercò di fuggire, ma Rogge sostituito il timone con quello a mano si riavvicinò alla nave nemica, mettendo finalmente a segno alcuni colpi.

I messaggi QQQ britannici si interruppero e venne alzata la segnalazione con la bandiera: "Necessito di cure mediche". Rogge fece cessare il fuoco ma la radio britannica tornò a trasmettere; l’Atlantis riprese il fuoco incendiando la nave e silenziando la radio.

Mohr riportò 37 sopravvissuti dall'Athelking da 9.557 tonnellate, la nave attacca da Rogge. Il suo capitano affondò con la nave.

A mezzogiorno del giorno successivo, l’Atlantis individuò un'altra nave in lontananza. Le due navi navigarono su rotte convergenti per mezz'ora fino a quando il bersaglio individuò l’Atlantis. Quindi si diresse a nord. Rogge, per ingannare il bersaglio, si diresse a sud. Il bersaglio lo vide e tornò alla sua rotta originale. Quando l’Atlantis ritornò su una rotta convergente, il bersaglio cambiò a sua volta direzione.

Rogge convocò l'ufficiale pilota Bulla e gli disse di attaccare con l’idrovolante Arado e distruggere l'antenna radio della nave nemica, usando un gancio di traino da trascinare tra gli alberi per agganciarla e strapparla via. Se ciò non avesse funzionato, l’Atlantis avrebbe aperto il fuoco per intimorire l’equipaggio.

L'attacco di Bulla non funzionò. Di ritorno con il suo aereo, ammarò vicino all’Atlantis, ma Rogge lasciò temporaneamente l'aereo galleggiante e corse attraverso un piovasco a 17 nodi per attaccare. Battente la sua bandiera da battaglia, Kasch sparò colpi di avvertimento a 3.400 metri ma vennero ignorati; i colpi successivi caddero sul ponte della nave, che si fermò.

Mentre Mohr e il suo gruppo di arrembaggio salpavano, la nave trasmise, "QQQ SS Benarty bombardato in aereo dalla nave ..." Kasch riprese il fuoco e sulla nave divampò un incendiò. Proprio quando i tedeschi stavano per salire sulla preda, l'equipaggio del Benarty iniziò ad abbandonare la nave. Il Benarty era un trasporto di carbone da 5.800 tonnellate che navigava da Yangon a Liverpool sotto il comando del Capitano Watt. Tre cariche di demolizione lo mandarono a fondo.

L’Atlantis si allontanò e si diresse a sud-sud-est verso le rotte commerciali australiane. Alle 2233 del 19 settembre, la vedetta avvistò una densa nuvola di fumo.

Alle 1208 del 20 settembre, l’Atlantis attaccò il piroscafo britannico Commissaire Ramel. Mentre Mohr si preparava ad abbordare la preda, l'operatore radio del bastimento iniziò a trasmettere un rapporto QQQ. I tedeschi aprirono il fuoco incendiando ed affondando la nave. Frattanto giunse dall’Europa la notizia che il Tirranna era stato affondato da un sottomarino britannico mentre era ancorato al largo di Cap Le Ferret in attesa di entrare nel porto francese occupato.

Il 22 ottobre 1940, poco prima dell'alba, venne avvistata una nave che batteva bandiera jugoslava, una nazione neutrale. Rogge decise di controllarne il carico: se trasportava merce degli Alleati, poteva catturarla e usarla come nave da preda. La nave si rivelò essere il Durmitor da 5.623 tonnellate con un equipaggio di 37 e un carico di 8.200 tonnellate di sale. Rogge decise di rivendicarne la cattura. Il tenente Emil Dehnel e 12 marinai tedeschi salirono a bordo della nave e gli fu ordinato di salpare verso un punto di incontro 200 miglia a sud dell'isola di Natale.

Bella immagine dell'Atalntis

 

Il giorno successivo, Atlantis e Durmitor si avvicinarono e Rogge spiegò ai suoi prigionieri che le condizioni sul Durmitor non erano buone ma la nave li avrebbe portati a terra nell'Africa Orientale Italiana. Più di 300 prigionieri si sono trasferirono sul Durmitor, che fece rotta e giunse, con molti problemi, nella Somalia italiana.

Nel frattempo, l’Atlantis rimase nello Stretto della Sonda fino al 1 novembre e poi si diresse verso il Golfo del Bengala. Nella notte dell'8 novembre, venne avvistata una nave sulla rotta Colombo-Singapore. L'obiettivo venne identificato come la petroliera norvegese Teddy di Oslo che chiese all’Atlantis di identificarsi. A Rogge balenò un’idea: fingersi l’HMS Antenor, un incrociatore mercantile armato inglese che assomigliava molto all’Atlantis. La Teddy si fermò e Mohr si imbarcò sulla sua lancia, indossando una giacca della Royal Navy. Mentre saliva sul Teddy, Mohr aprì la giacca, si mise il cappello da ufficiale della Marina tedesca e disse: "Sono un ufficiale della Marina tedesca! Siete miei prigionieri! "

La cisterna da 6.748 tonnellate fu catturata senza sparare un colpo. A bordo c'erano 10.000 tonnellate di olio combustibile e 500 tonnellate di gasolio. Rogge utilizzò Teddy come nave da preda.

Il 10 novembre, l'idrovolante individuò un'altra petroliera, e Rogge si mosse per intercettarla durante la notte. Avvicinatosi venne individuato dalla nave cisterna che lanciò un QQQ con la sua posizione. Rogge non disturbò la trasmissione, ma ancora una volta si presentò come HMS Antenor, nella speranza di impadronirsi di un'altra nave cisterna.

Mohr e Kamenz si avvicinarono con 10 marinai armati con mitragliatrici MP-40 nascoste sotto un telone. Una volta salito sul ponte, Mohr rivelò per tedesco, afferrò il fucile da un marinaio e urlò "Mani in alto!" I norvegesi si arresero e il Capitano Leif Christian Krogh cedette la sua nave da 8.306 tonnellate Ole Jacob e i suoi 11.000 barili di carburante per aerei.

Rogge mise a bordo Kamenz e un equipaggio da preda ed inviò la Ole Jacob da un punto di ritrovo 300 miglia a sud e riprese la crociera.

L’11 novembre 1940venne avvistata una sottile linea di fumo contro il cielo blu: era una nave nemica a 18 miglia di distanza.

Le due navi vennero a contatto alle 0904. Il britannico trasmise il segnale QQQ, subito dopo l’Atlantis aprì il fuoco, colpendo ponte di comando e sala radio, uccidendo tutti. Mohr e il suo equipaggio da preda salirono a bordo dell’Automedon da 7.528 tonnellate. Durante l’ispezione trovarono 15 sacchi di posta segreta, tra cui le tavole di decodifica dei messaggi della Marina Mercantile britannica, ordini per la flotta, istruzioni per l’artiglieria e rapporti di intelligence navale; nella sala radio distrutta, Mohr trovò una borsa contrassegnata come "Altamente confidenziale ... da distruggere"; al suo interno c'era un rapporto indirizzato al Comandante in Capo dell'Estremo Oriente, Robert Brooke Popham. ... da aprire personalmente".

Di ritorno sull’Atlantis, Mohr e Rogge aprirono i bagagli. Mohr tradusse facilmente i codici delle navi mercantili britanniche, le istruzioni dell'Ammiragliato, gli ordini di navigazione e un vero tesoro, l'ultimo apprezzamento della Divisione Pianificazione del Gabinetto di Guerra della forza dell'Impero britannico in Estremo Oriente. Rimase a bocca aperta nel leggere gli schieramenti delle unità della Royal Air Force e della Royal Navy in Malesia, insieme a vaste note sulle fortificazioni di Singapore.

Avendo catturato tre navi in quattro giorni, Rogge decise di dirigersi a sud. Due giorni dopo, l’Atlantis si unì alla Teddy e Rogge decise di affondarla.

L’Atlantis incontrò la Ole Jacob il 14 novembre. Rogge ordinò a questa nave di dirigere in Giappone che raggiunse il 6 dicembre nel porto di Kobe con i preziosi documenti. Qui i documenti furono passati ai giapponesi e parzialmente trasmessi a Berlino. In riconoscimento delle preziose informazioni, il 27 aprile 1942, fu concessa a Rogge una spada samurai ingioiellata, rendendolo uno dei tre tedeschi - gli altri due erano Hermann Göring ed Erwin Rommel - a ricevere un tale premio dal Giappone.

 

Natale sull'Atlantis

Rogge decise di concedere una pausa al suo equipaggio per il Natale, portando l’Atlantis a sud, verso le desolate isole Kerguelen. I tedeschi avevano conosciuto le isole durante le loro esplorazioni antartiche alla fine degli anni '30 e sapevano che vi si trovava acqua dolce ed erano disabitate.

Durante la discesa, i radiotelegrafisti dell’Atlantis ricevettero un segnale dal loro corsaro gemello, il Pinguin, che riferiva a Berlino che stava inviando in patria la petroliera catturata Storstadt con 400 prigionieri e 10.000 tonnellate di gasolio. Rogge richiese un appuntamento con la nave preda nel quale rifornì l’Atlantis di carburante ed affidò i suoi 124 prigionieri.

Durante le operazioni di rifornimento, arrivò da Berlino la comunicazione che Rogge era stato insignito della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro con fronde di Quercia.

Dopo le operazioni l’Atlantis fece rotta per le Kerguelen. Tutti gli uomini dell’equipaggio si impegnarono per i festeggiamenti per il Natale: alberi artificiali, presepe, sacchi di regali.

L'Atlantis alla Kerguelen

 

Il 10 gennaio 1941, Atlantis rimise in moto le macchine dopo 26 giorni di sosta nella baia di Gazelle e riprese il mare con serbatoi pieni di acqua dolce ed i motori revisionati. Rogge scelse come nuovo camuffamento il mercantile norvegese da 7.256 tonnellate Tamesis.

Il 23 gennaio, l'aereo di Bulla individuò un nuovo obiettivo 60 miglia a nord dell’Atlantis che iniziò subito l’inseguimento. Al calar della notte, Rogge decise di intercettarla ma la nave nemica non venne rintracciata probabilmente per un cambio di rotta. All'alba, venne lanciato di nuovo l'idrovolante. La nave britannica si trovava a 25 miglia a nord dell’Atlantis. L’idrovolante, armato con bombe da 50 kg e con un rampino per strappare l'antenna radio della nave, si lanciò in picchiata. Strappò l'antenna e poi lasciò cadere le bombe, ottenendo due centri.

A mezzogiorno l’Atlantis raggiunse la nave, il Mandasor da 5.144 tonnellate, ed iniziò il cannoneggiamento fino a quando la nave non colò a picco.

Ora l’Atlantis navigava sulle rotte delle navi cisterna provenienti dal Golfo Persico. Il 31 gennaio, venne avvistata la Speybank da 5.154 tonnellate che venne rapidamente fermata ed catturata. Il 2 febbraio ci fu un altro avvistamento: una nave nemica diretta a ovest a 16 nodi. L’Atlantis si mise su una rotta parallela ma il nemico lanciò un rapporto di "nave sospetta" con il suo nome, segnalando costantemente i movimenti del corsaro.

Rogge decise saggiamente di non attaccare, in quanto, pur non sapendolo, la portaerei britannica Formidable e la sua scorta stavano correndo per rispondere alla chiamata.

Invece, l’Atlantis si diresse a sud ed individuò un'altra petroliera. Rogge elaborò una rotta per intercettare la nave cisterna subito dopo il calar della notte.

L’Atlantis e le altre navi tedesche che operavano nell'Oceano Indiano necessitavano fortemente di carburante. Gli ufficiali di Rogge proposero di creare un grande cartello con scritto "Stop, Don't Use Radio" in inglese e esporlo su un lato dell’Atlantis, completamente illuminato dai riflettori mentre l'equipaggio presentava i cannoni. Kasch avrebbe sparato un colpo di avvertimento. Gli inglesi avrebbero dovuto temere che il loro carico infiammabile potesse esplodere e si sarebbero dovuti arrendere. Rogge accettò di provarlo e l'azione ebbe successo.

Mohr abbordò la nave cisterna norvegese Ketty Brovig da 7.031 tonnellate e la catturò. Con un equipaggio di preda a bordo e dopo sommarie riparazioni, la Ketty Brovig si allontanò.

Rogge inviò un messaggio a Berlino nel quale informava di aver catturato o affondato 111.000 tonnellate di naviglio nemico e chiedeva di poter inviare la Speybank in patria, di incontrarsi con il corsaro Kormoran e la nave da guerra Admiral Scheer, entrambe operanti nell'Oceano Indiano, in modo che potessero rifornirsi di carburante dalla Ketty Brovig. Berlino invece ordinò di incontrare la nave rifornimento Tannenfels e il sottomarino italiano Perla, entrambi a corto di carburante dopo essere fuggiti dall’Africa Orientale Italiana prima che cadesse in mano britannica. Solo dopo l’Atlantis avrebbe potuto incontrare la Kormoran e la Scheer.

L'8 febbraio, l’Atlantis si riunì alla Speybank ed alla Ketty Brovig. Il Tannenfels arrivò con tre giorni di ritardo a causa di un errore di navigazione, riportando il tenente Dehnel e con il suo equipaggio da preda del Durmitor. Dehnel prese il comando della Ketty Brovig mentre vennero trasferiti sulla Tannenfels i prigionieri.

Il 12 febbraio, l’Atlantis e la sua flottiglia diressero per sud con il tempo che peggiorava; Rogge aveva taciuto sull’incontro con la corazzata tascabile. Finalmente una vedetta scorse una nave che si dirigeva verso di loro attraverso il maltempo. Quando la corazzata tascabile Admiral Scheer da 13.660 tonnellate al comando del capitano Theodor Krancke si congiunse al convoglio, fu il più grande raduno di navi da guerra tedesche fuori dalle acque europee durante l'intera guerra. Ben presto, però, le navi si separarono.

3/4 dell'Atlantis nell'Oceano Indiano

 

Pochi giorni dopo, dopo aver mancato un nuovo tentativo di incontro con la Scheer, Rogge rimandò in patria la Speybank che raggiunse Bordeaux il 12 maggio.

Nel frattempo Berlino ordinò a Rogge di inviare la Ketty Brovig ad appuntamento con la nave tedesca Coburg e servire da supporto per il corsaro Pinguin che operava al largo dell'Antartide. Prima di incontrare il corsaro, le due navi vennero raggiunte ed affondate dagli incrociatori del Commonwealth.

Ora l’Atlantis ridoppiò il Capo di Buona Speranza e fece ritorno nell’Oceano Atlantico, dove incontrò la nave di rifornimento Dresda, per rifornirsi di cibo fresco, ma per un errore questo fu caricato su un’altra nave; Rogge ordinò alla Dresda di restare nelle sue vicinanze per raccoglierei eventuali prigionieri delle future prede.

 

Prigionieri particolari

Poche ore dopo la mezzanotte del 17 aprile 1941, Rogge avvistò una nave oscurata con quattro alberi che venne riconosciuto come un transatlantico della British Union Castle. Seguì la nave mentre zigzagava in modo irregolare. Dopo un breve cannoneggiamento, passeggeri ed equipaggio iniziarono ad abbandonare la nave, che espose la bandiera egiziana.

Un tempo nave da guerra britannica Leicestershire, ora era la Zam Zam, da 8.299 tonnellate e trasportava 202 passeggeri, tra cui famiglie americane, sacerdoti, donne e bambini e il fotografo della rivista Life David E. Scherman.

I proiettili tedeschi da 150 mm colsero di sorpresa il transatlantico e fecero vittime tra i passeggeri. Rogge si rese conto del grave incidente diplomatico e convocò i suoi ufficiali e tutto l'equipaggio, ordinando di comportarsi al meglio e di trattare i civili con la massima generosità e gentilezza.

Alle 1400, Mohr aveva finito di piazzare le cariche ed a Scherman fu concesso il permesso speciale di fotografare l'affondamento.

Quindi Rogge si mosse per ricongiungersi con la Dresda e trasferirvi i prigionieri. La mattina seguente l’Atlantis e la Dresda si incontrarono e vennero raggiunte dalla nave di rifornimento Alsterufer da 2.729 tonnellate , che aveva un carico completo di rifornimenti per Atlantis, inclusi tre nuovi aerei Arado Ar-196A e un carico di posta personale per l'equipaggio.

Il 26 aprile Rogge inviò la Dresda al più vicino porto neutrale per sbarcare i prigionieri. L’Atlantis quindi fece rotta con l’Alsterufer per incontrare la petroliera Nordmark.

Il 21 maggio 1941, la Dresda attraccò a Saint-Jean-de-Luz in Francia, un giorno dopo che l'Ammiragliato britannico annunciò che la Zam Zam era in ritardo di un mese e quindi considerata affondata. Vennero trattenuti i cittadini britannici e alleati mentre vennero liberati gli americani, seguendo gli ordini diretti di Hitler e del grande ammiraglio Erich Raeder per non inimicarsi l'opinione pubblica americana. I tedeschi requisirono le pellicole di Scherman ma quest’ultimo riuscì a nasconderne alcune che, una volta rientrato a New York, costituirono le prime immagini conosciute del corsaro e furono distribuite dalla Royal Navy a tutti i suoi comandi.

 

600 giorni in mare

L’Atlantis cambiò nuovamente identità; ora fu scelta la motonave olandese Brastagi. Poco dopo mezzanotte del 14 maggio, l’Atlantis individuò una nave mercantile sulla rotta Città del Capo-Freetown. L’Atlantis segnalò alla nave di fermarsi senza risultato. Rogge accese un proiettore sulla nave ma questa continuò la navigazione. Venne sparato un colpo di avvertimento e allora la nave tentò la fuga. Fatta bersaglio da precisi colpi di cannone, la nave cominciò ad affondare. L’equipaggio di preda di Mohr non poté fare altro che dare assistenza ai sopravvissuti in acqua. Nel giro di 30 minuti, il piroscafo britannico Rabaul di 5.618 tonnellate era affondato.

L’Atlantis proseguì lungo la rotta di Città del Capo quando il 24, Rogge lanciò il suo idrovolante che individuò una nave mercantile britannica. L’attacco venne effettuato dopo il calar del sole, e il primo colpo dell’Atlantis distrusse la sala radio. Il successivo cannoneggiamento incendiò il bastimento britannico. Rogge ordinò un attacco con il siluro ma in quel momento si ebbero momenti di panico: il siluro non funzionò correttamente e tornò verso l’Atlantis con rotta circolare, mancandolo. Kasch ne lanciò un altro, che però mancò il bersaglio; solo il terzo siluro andò a segno, dando il colpo di grazia alla Trafalgar da 4.530 tonnellate.

L'11 giugno 1941 fu il 445° giorno di missione, stabilendo il record tedesco e mondiale di giorni consecutivi in mare. Purtroppo questo stava influendo negativamente sulla tenuta psico-fisica dell’equipaggio.

Corpo centrale con portello lanciasiluri aperto durante i lavori

 

Il 17 giugno vi fu un avvistamento da parte dell’aereo: la nave a vapore britannica Tottenham da 4.762 tonnellate. L’Atlantis sparò un colpo di avvertimento, ma il Tottenham inviò un messaggio QQQ e sparò una colpo in segno di sfida. Rogge accettò la sfida, aprì il fuoco e affondò il britannico.

Il 22 giugno venne individuata un'altra nave e il corsaro si avvicinò per attaccare subito dopo il tramonto; durante il cannoneggiamento però solo quattro colpi dei cannoni andarono a segno. I pezzi, surriscaldati, si incepparono. Rogge stava per prendere la decisione di rinunciare alla preda nel momento in cui la nave alzò bandiera bianca. La motonave Balzac di 5.372 tonnellate affondò lasciando a bordo dell’Atlantis l’equipaggio di 47 uomini.

Il 1° luglio 1941 l’Atlantis si incontrò con il corsaro Orion. Berlino trasmise ordini per l’Atlantis: Rogge doveva fermarsi a Dakar e poi fare ritorno in patria. A metà dell’estate la rotta per il rientro in patria era molto pericolosa. Rogge decise invece di navigare nel Pacifico fino a metà inverno, poi con la copertura del maltempo si sarebbe tentato il rientro in Germania.

L'equipaggio ascoltò gli ordini senza lamentarsi, il che impressionò Rogge per il comportamento nonostante la lunga navigazione. Poi si diresse a est e venne raggiunto il 500° giorno in mare. Successivamente l'Atlantis incrociò nelle acque australiane e neozelandesi.

Il 10 settembre, le vedette fecero un altro avvistamento: spuntava in mezzo ai piovaschi una nave male oscurata a 1.300 km miglia a nord dell'isola di Kermadec. La nave aveva una sagoma britannica e Rogge iniziò l’inseguimento. Il nemico intanto trasmetteva i messaggi radio QQQ e venne identificato come il Silvaplana norvegese da 4.793 tonnellate .

Rogge inviò la sua cattura a un punto di incontro 400 miglia a sud dell'isola di Tubusi con la speranza di giungervi dopo aver catturato una nave cisterna. Non ebbe fortuna, quindi si diresse al punto di incontro. Nel frattempo, Berlino lo informò che la nave di rifornimento Munsterland doveva incrociare le rotte con l’Atlantis . Rogge decise di incontrare il Munsterland e di trasferire i prigionieri sul Silvaplana .

Il 21 settembre, Rogge raggiunse il punto d'incontro per trovarvi anche un altro corsaro tedesco, il Komet, con il suo comandante Robert Eyssen, insieme ad una sua cattura, l’olandese Kota Nopan, tutte e tre in fila per il carburante. Il Munsterland era attardato da un tifone. Quando arrivò la Munsterland, Eyssen chiese la maggior parte dei rifornimenti. Rogge presentò grafici che mostrano le esigenze alimentari dei suoi uomini. L’equipaggio dell’Atlantis non mangiava verdure fresche da 540 giorni; i suoi uomini avevano mangiato un piatto di patate solo 16 volte e nessuno negli ultimi quattro mesi.

Eyssen cedette ma insistette sul fatto che il Komet ottenesse la maggior parte della fornitura di birra del Munsterland. Rogge trasferì tutti i suoi 64 prigionieri tranne uno che rimaneva sull’Atlantis.

Quindi Rogge ed Eyssen discussero sulle loro prossime mosse. L’Atlantis intendeva ora operare nel Pacifico, quindi spostarsi nell'Atlantico meridionale. Da lì e con il favore del maltempo tentare di rientrare in Germania nell’inverno.

Rogge propose di fermarsi su un'isola tropicale deserta, lasciare riposare gli uomini a riva e usare l'idrovolante per una ricerca aerea. Mohr scelse un atollo di nome Vana Vana. Il 18 ottobre, dopo alcuni giorni di riposo, l’Atlantis riprese il mare e si diresse verso Cape Horn. Ad Halloween, l'equipaggio segnò il suo 600° giorno in mare.

 

"Incrociatore nemico in vista!"

Ora che Atlantis stava tornando a casa, aveva carburante in eccesso e Berlino ordinò al corsaro di fungere da nave di rifornimento per gli U-boote. Rogge disse anche a Kuhn di realizzare un nuovo camuffamento.

Rogge non era felice di rifornire gli U-boote mentre tornava a casa. Credeva che tali missioni avrebbero solo allertato gli inglesi. Ed aveva ragione. Intanto un gruppo navale con gli incrociatori pesanti HMS Dorsetshire e HMS Devonshire, armati con pezzi da 203 mm, era stato inviato nell'area.

Il 22 novembre 1941, l’Atlantis era fermo in attesa dell' U-126.

Nessuno notò l’idrovolante del Devonshire. L'aereo avvistò l’Atlantis e ne riferì la posizione. L'incrociatore si diresse al rilevamento per investigare. Nel frattempo, arrivò l' U-126, si collegarono i tubi del carburante per il rifornimento mentre il suo comandante Kapitanleutnant Ernst Bauer e sette dei suoi membri dell'equipaggio salirono a bordo dell'Atlantis per colazione.

Kielhorn smontò il motore sinistro dell'Atlantis per le riparazioni su un pistone grippato. Alle 0816, una vedetta dell’Atlantis gridò: “Incrociatore nemico in vista! Incrociatore nemico in vista!” L'equipaggio dell’Atlantis staccò immediatamente i tubi del carburante, e l'U-126 si immerse, lasciando il suo comandante a bordo del corsaro.

Rogge mise Atlantis in una posizione con la quale intendeva mostrare al Devonshire la sua poppa e coprire l'U-boote durante l’immersione. L'unica possibilità per l’Atlantis era che l' U-126 silurasse il britannico. Rogge ordinò di indossare i giubbotti di salvataggio e issò la bandiera olandese, sperando di guadagnare tempo. Il Devonshire sparò due proiettili come avvertimento. Rogge ricevette il messaggio. Girò come si predisponesse ad una ispezione e spense i motori. Usando una lampada di segnalazione britannica catturata, un membro dell'equipaggio dell’Atlantis segnalò, " Polyphemus". La radio dell’Atlantis inviò anche una messaggio "RRR ... SS Polyphemus ... Nave non identificata mi ha ordinato di fermarmi."

Il comandante del Devonshire Oliver chiese via radio a Freetown dove si trovasse il Polyphemus e mantenne le sue artiglierie puntate sull’Atlantis mentre zigzagava per evitare un attacco con il siluro. Nel frattempo, nell'aereo da ricognizione l'osservatore stava controllando la fotografia dell’Atlantis di Scherman, appena pubblicata sulla rivista Life . L'aereo riferì al comandante Oliver che la nave nella foto e quella nel suo binocolo avevano identiche poppe, alberi e sovrastrutture.

Alle 0934, Freetown fornì la risposta al comandante Oliver: la nave sotto il tiro del Devonshire non era la Polyphemus. Il Devonshire aprì il fuoco con i cannoni da 203 mm incendiando l’Atlantis e seminando la distruzione sui ponti; Rogge fu costretto a dare l’ordine: "Tutti gli uomini alle scialuppe di salvataggio, abbandonare la nave".

L'equipaggio evacuò con calma la nave. Erano tutti fuori alle 0943 tranne Rogge, Mohr, Fehler e una squadra di demolizione, e il sottufficiale capo Wilhelm Pigors. Fehler e i suoi uomini stavano disponendo le cariche di demolizione. Fehler e il suo equipaggio saltarono in acqua, lasciando a bordo Mohr, Pigors e Rogge. Alla fine tutti e tre saltarono in acqua.

Equipaggio dell'Atlantis sulle scialuppe di salvataggio

 

Alle 0936, il Devonshire sospese il fuoco. Alle 1002, le riserve di munizioni di Atlantis esplosero e la nave si spezzò. Alle 1016, la prua dell’Atlantis si alzò dall'acqua e scivolò sotto leonde.

 

Sopravvivere in mare

Il comandante Oliver, consapevole che era presente un U-boote, si rifiutò di salvare i sopravvissuti, si voltò e fece rotta a nord-ovest per recuperare il suo idrovolante. Chiese a Freetown di inviare navi di soccorso e due corvette furono immediatamente inviate. I 350 marinai dell'Atlantis naufragati – con l'unico prigioniero, l'americano Vicovari – erano alla deriva.

Con cinque zattere di gomma, tre lance di acciaio, due lanci a motore e molti detriti legati insieme e rimorchiati dall’U-126, l'equipaggio dell’Atlantis aveva assemblato una flottiglia eterogenea, con molti uomini feriti. Solo cinque erano i morti. Rogge e Bauer si riunirono per discutere di cosa fare e Bauer decise di rimorchiare le scialuppe di salvataggio per l'approdo più vicino. Sfortunatamente era Freetown che significava dichiararsi prigionieri. Rogge scelse un viaggio di 12 giorni verso il neutrale Brasile e Bauer riferì questo piano all'ammiraglio Karl Dönitz, il capo di tutte gli U-boote.

Berlino reagì inviando la nave ausiliaria Python da 3.664 tonnellate per incontrare l' U-126 e raccogliere i sopravvissuti dell'Atlantis.

Dopo aver imbarcato tutti i naufraghi, alla Python venne ordinato di rifornire di carburante quattro U-boote. Il 30 novembre, la Python incontrò l' U-68 a sud di Sant'Elena. I membri dell'equipaggio dell'Atlantis, senza lavoro per una volta, rimasero in piedi a guardare mentre gli uomini della Python e dell’U-boote trasbordavano le scatole o spostavano i siluri con la gru. Quindi alle 0330 una vedetta dell'Atlantis individuò una nave a tre fumaioli che si avvicinava alla distanza di 35 km.

Rogge chiuse il giornale di bordo dell’Atlantis con la nota “Dopo aver portato a termine con successo la sua missione e aver percorso 102.000 miglia in 622 giorni in mare, l’Atlantis fu localizzata e distrutta quando stava per tornare a casa e mentre era impegnata in un'operazione di rifornimento che non era inclusa nei suoi ordini operativi …. La nostra amarezza per la perdita della nostra nave è stata intensificata dal pensiero che dovevamo abbandonarla senza combattere."

Rogge era profondamente consapevole della situazione. L'incrociatore britannico attaccante, l’HMS Dorsetshire al comando del capitano AWS Agar, era la sorella del Devonshire. Il Dorsetshire aveva già affondato il corsaro gemello dell’Atlantis, il Pinguin.

Il Dorsetshire fece segno alla Python di identificarsi e il capitano della Python ignorò la richiesta. Il Dorsetshire si avvicinò a 20 km e quindi sparò una salva di avvertimento alla Python. Il capitano tedesco ordinò che la sua nave fosse abbandonata e affondata.

Alle 0605 una carica di affondamento portò negli abissi la Python.

I marinai dell’Atlantis erano nuovamente in balia del mare stipati su scialuppe di salvataggio. La Marina tedesca chiese l’aiuto dei sommergibili italiani con base a Bordeaux e in caccia nella zona di organizzare una operazione di recupero.

L’U-68 fornì la prima assistenza, poi raggiunto dall’U-124 e dall’U-129, successivamente giunsero i sottomarini italiani Enrico Tazzoli, Giuseppe Finzi , Pietro Calvi e Luigi Torelli, più grandi e sui quali potè essere suddiviso l’equipaggio delle due navi affondate.

Uomini dell'Atlantis all'arrivo in porto su sommergibile italiano

 

Alla fine di dicembre arrivarono a St. Nazaire. Lo stesso Rogge sbarcò il giorno di Natale e riunì il suo equipaggio il 29 dicembre in una cattedrale locale. Lì radunò e distribuì la montagna di posta dovuta agli uomini prima di concedere loro due giorni di libertà. Rogge fece poi radunare i suoi uomini alla stazione ferroviaria a Capodanno in alta uniforme per salire su un treno speciale per Berlino. Lì ricevettero le loro reali decorazioni dal grande ammiraglio Erich Raeder stesso, tra cui una croce da cavaliere con foglie di quercia per Rogge. Tutti ebbero uno speciale distintivo di guerra dell'incrociatore ausiliario, ma quello di Rogge era d'argento al 90 percento, con 15 piccoli diamanti nella sua svastica.

 

 

Bibliografia

Frank W. Rogge B. – Nave 16 La guerra corsara dell’incrociatore ausilario Atlantis nei sette mari – Baldini & Castoldi

A.V. Selwood - Herr Dinamite Longanesi & C. - Milano, 1972

Mohr, Ulrich - Atlantis – Longanesi, 1960

https://www.bismarck-class.dk/hilfskreuzer/atlantis.html