L'Ariete a Bir el Gobi
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L'offensiva inglese contro le truppe dell’Asse in Marmarica denominata Operazione “Crusader”, ebbe inizio il 18 novembre 1941.

Nelle prime ore del 19, venne ordinato alla 22a brigata corazzata di procedere su Bir el Gobi ed alla 7a di puntare su Sidi Rezegh.

La 22a brigata corazzata era così composta:

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Comando Brigata (8 Crusader);

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2° Royal Gloucestershire Hussards (62 Crusader + 4 carri appoggio ravvicinato alla fanteria);

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3° County of London Yeomanry (52 Crusader + 4 carri appoggio ravvicinato alla fanteria);

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4° County of London Yeomanry (43 Crusader + 5 carri appoggio ravvicinato alla fanteria);

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una compagnia del I Battaglione King’s Royal Rifle Corps;

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 una batteria del 4° Reggimento Arrtiglieria a Cavallo (8 pezzi da 25 libbre);

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una sezione controcarri su pezzi da 2 libbre;

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una batteria controaerea leggera.

A Bir el Gobi, un importante nodo di pistre carovaniere, la divisione Ariete stava lavorando, nonostante le precedenti violentissime piogge, per disporre il proprio schieramento difensivo: avrebbe dovuto realizzare una linea difensiva con un semicerchio di capisaldi presidiati dai battaglioni bersaglieri rinforzati ad una decina di chilometri a sud del luogo.

Le notizie pervenute durante il pomeriggio del 18 novembre indussero il comandate la divisione gen. Balotta a cercare rapidamente una disposizione migliore, più raccolta per rendere più compatto lo schieramento.

Così il V/8° bersaglieri con il II/132° artiglieria rimase dov'era, sulla pista per El Cuasc; il III/8° bersaglieri con un gruppo da 75/27 del 3° celere fu destinato ad est del nodo, quale fianco sinistro; il XII/8° bersaglieri con il I/132° artiglieria ad ovest, quale fianco destro.

Immediatamente a nord del nodo erano schierati il gruppo da 105/28 del 24° raggruppamento d'armata e sette pezzi da 102 della Milmart. Ancor più a nord, riunito, il 132° reggimento carristi.

Alle 11 circa la 22a brigata corazzata, che avanzava dietro lo schermo dell'11° Ussari, si imbatté nel primo ostacolo: una compagnia carri M 13/40 con una sezione da 75/27 spinti a Bir el Dleua, qualche chilometro a sud-est di Bir el Gobi. La lotta fu breve e l'unità italiana ripiegò verso il trivio. Poco dopo la brigata giungeva davanti ai capisaldi dell'Ariete, già in allarme.

Il gen. Scott-Cockburn schierò gli otto pezzi da 25 libbre a disposizione ed senza attese ulteriori ordinò l'attacco. Il 2° Gloucestershire Hussards a destra ed il 4° County of London Yeomanry (C.L.Y.) a sinistra si lanciarono avanti. L'uno era diretto contro le posizioni del V/8° bersaglieri, l'altro contro il XII/8° bersaglieri.

Il V/8° era il meglio sistemato con postazioni e piazzole ben costruite e defilate: il XII/8° non aveva ancora avuto il tempo di interrarsi ed il III/8°, addirittura, stava sbarcando gli ultimi reparti dagli autocarri.

All'avanzata, pressoché in linea, dei tre reggimenti di Crusader si oppose la reazione di tutte le bocche da fuoco dell’Ariete. I pezzi da 47/32 e da 75/27 cominciarono a sparare contro i carri britannici.

L'arresto frontale fu talmente netto che i due reggimenti Yeomanry dovettero allargare la manovra per agire da nord-ovest e nord-est sui fianchi della difesa. Il XII/8° bersaglieri riuscì a respingere il 4° C.L.Y.; ma tra le linee del III/8° si crearono dei varchi con il serio rischio di un avvolgimento dalla sinistra dell’intera posizione ad opera del 3° C.L.Y..

Verso le 15 il gen. Scott-Cockburn intravedeva concrete speranze di successo, quando il 132° Rgt. Carri venne lanciato al contrattacco. A circa due chilometri a nord di Bir el Gobi apparvero i carri M 13/40 del 132° Reggimento Fanteria Carrista.

Carri del 132 rgt fanteria carrista al contrattacco

Con l’efficacissimo supporto dei pezzi Milmart da 102 mm, le distanze furono serrate ed il duello fra i corazzati ebbe inizio. Dapprima si impegnarono il VII/132° (cap. D’Urso) e l’VIII/132° (cap. Casale) contro il 3° C.L.Y. e parte del 2° ussari, poi, dopo un'ora di lotta indecisa, l’XI/132° (cap. Buttafuochi venne lanciato sul fianco e sul tergo del nemico, che si scompaginò. La superiore velocità dei Crusader consentì alla 22a brigata corazzata di ripiegare in disordine. L’Ariete ebbe 12 ufficiali e 193 soldati di truppa tra morti, feriti e dispersi e segnalò la perdita di 49 carri, 4 pezzi da 75/27 ed 8 da 47/32. La 22a brigata ebbe 57 carri distrutti o danneggiati.

«Fu così che la resistenza dell'Ariete cambiò tutto il corso dell'operazione Crusader».

Dirà il cap. Piscicelli che “alla sera di Bir El Gobi, l’Ariete non era più una somma di carri e di cannoni bensì un’unità spirituale fatta di quanto d’eroico vive nell’anima di ognuno, dal generale all’ultimo soldato”.